Qual è il vero gelsomino siciliano?
Noi siciliani siamo abituati a considerare Jasminum grandiflorum come il vero e unico gelsomino siciliano, legato al profumo delle notti estive.
J. grandiflorum, infatti, è il gelsomino più diffuso nelle nostre case, legato anche ad un’antica tradizione di coltivazione. Sicuramente esistono esemplari di J. grandiflorum anche centenari. Spesso si vede qualche cespuglio davanti alle case di campagna, anche abbandonate. Un cespuglio aggrovigliato ma che, imperterrito, fiorisce per tutta l’estate, e poi ancora in autunno e poi fino ai freddi di dicembre. Un gelsomino coltivato nelle nostre campagne ma che non trova in esse il suo originario habitat naturale.
Questo generoso e profumatissimo gelsomino legato all’infanzia e ai ricordi di molti siciliani, in realtà ha origini lontane dalla nostra terra. Proviene dalla Penisola araba, dal Sud della Persia e dal Corno d’Africa. Solo nel tempo, nei secoli, proprio dalle popolazioni arabe fu diffuso anche nel Mediterraneo, in Sicilia e in Spagna. Per questo spesso è stato chiamato gelsomino catalogno, napoletano e anche siciliano.
In realtà un vero gelsomino siciliano è C. fruticans, l’unica specie del genere Chrysojasminum spontanea nel continente europeo e diffusa nel bacino mediterraneo e quindi anche in Sicilia. Ancora oggi ne troviamo esemplari e colonie in Sicilia, soprattutto in ambienti inospitali e impervi.
C. fruticans è un gelsomino molto differente da J. grandiflorum. Nulla di questa pianta ricorda le caratteristiche di J. grandiflorum, pianta delicata, dai rami flessuosi, eleganti, arricchiti dai grandi, profumati, fiori bianchi. C. fruticans, invece, si presenta come un cespuglio molto piccolo, dai rami ritti, dalle piccole foglie e dai piccoli fiori di un desueto color giallo, molto luminoso, che ricorda il sole siciliano ma che non profumano affatto. Pianta ideale per ambienti rocciosi che ricordano gli spazi impervi dove cresce spontaneo in natura. La fioritura di questa specie è estiva, ma si dovrebbe dire più correttamente che si protrae dalla primavera all’autunno.
Una pianta buona per angoli ostici del nostro giardino, petrosi e aridi, che non sembrerebbero adatti a ospitare nessuna pianta. Nel contempo si dimostra una specie capace di affrontare anche climi rigidi e freddi. Una pianta “estrema”, abituata a cavarsela da sola in natura, senza troppi riguardi e attenzioni.
Altri gelsomini simili a C. fruticans sono C. parkeri e C. humile f. microphyllum, due gelsomini anche questi dal fogliame minuto e dagli inusuali fiori gialli. Anche queste due specie si mostrano adatte ad ambienti estremi. Si arrampicano sulle rocce in ambienti aridi, regalando cuscini di un verde brillante.
C. parkeri dimostra tutta la sua forza di pianta congeniale a spazi impervi, ricordandoci così la sua provenienza: le cime rocciose e impraticabili dell’Himalaya.
Nel nostro giardino dei gelsomini, da anni, un esemplare di C. parkeri ha trovato posto in un angolo roccioso, senza mai richiedere alcuna cura, creando un cuscino, tappezzante, di una bellezza scultorea.
Anche C. humile f. microphyllum presenta un portamento prostrato, tappezzante che si arricchisce di piccoli fiori gialli. Rispetto a C. parkeri, C. humile f. microphyllum presenta però una crescita più veloce e, nel complesso, si presenta come una pianta di non piccole dimensioni, adatta a spazi più ampi. Un’ottima soluzione per riempire angoli di giardino non calpestabili.
Nella nostra esperienza, C. fruticans, C. parkeri e C. humile f. microphyllum sono veramente tre specie coraggiose e capaci di regalarci angoli di giardino molto caratteristici e insoliti, senza richiedere troppo impegno e senza presentare difficoltà di coltivazione.